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Ogni tecnologia quando arriva compie delle promesse. È noto, la promessa è la base della pubblicità. Succede che queste non vengano mantenute immediatamente, ma in un certo livello vengono mantenute nel lungo periodo. Ci vuole del tempo.
16 anni è un tempo sufficiente quando si parla di media per valutare la riuscita di alcune promesse e la loro effettiva realizzazione.
Perciò David Weinberger e Doc Searls sono tornati a riscrivere il Cluetrain Manifesto modificando la versione originale del 1999 composta di 95 tesi (qui in italiano tradotta anni fa da Luisa Carrada) in una nuova versione con 121 punti (disponibile, sempre in italiano, qui).
Un aggiornamento molto amaro, che sa di realtà e compromessi.
Perché la notizia è che molte delle tesi sostenute in quell’epico documento non si sono realizzate.
L’ho aperto e consultato diverse volte nel corso degli anni, il Cluetrain Manifesto, a volte anche sovrastimandone l’importanza. Ma è stato fondamentale per conoscere le dinamiche delle reti, delle community, dei mercati sul web. Per distinguere le posizioni degli autori ed anche per capire le ideologie celate dietro quei motti arrembanti.
Non ricordo di preciso il momento della raggiunta consapevolezza ma ricordo con precisione la prima tesi che ho messo in discussione:
78. Volete i nostri soldi? Noi vogliamo la vostra attenzione.
Mi suonava come una promessa non mantenuta, perché nei meccanismi economici l’attenzione in palio è sempre quella degli utenti, a cui si chiedono click, tempo di lettura, acquisti e pagamenti, alla stessa maniera degli altri mezzi di comunicazione.
Tutto molto discutibile, come si è poi rivelato con i patti inconsapevoli che abbiamo stilato con le aziende del web regalando i nostri dati e le nostre interazioni sociali.
Ma la promessa fondamentale di Internet resta ancora valida in quanto dettata dalla sua natura tecnica
Internet infatti grazie ai nerd che l’hanno creata consente ai pacchetti di transitare sulle reti senza distinzione alcuna, senza favore o ritardo in base a origine, sorgente, contenuto o intento.
È questo il primo comandamento che apre le possibilità ad ogni idea, applicazione, business, vizio o virtù. Che mette insieme il giusto e l’ingiusto alla stessa maniera, come si attiene ad un mezzo democraticamente strutturato.
Il nuovo Cluetrain è un testo completo, perché stavolta contiene un’analisi dei problemi dettati dalla commercializzazione del web, dal totale disinteresse per la privacy personale di alcuni operatori e dalla sorveglianza degli Stati. Analizza cioè il contesto economico e sociale in cui le tecnologie del Web e di Internet lavorano ed a cui sono sottoposte tutte le persone che lo utilizzano.
Ed è questo dono di realismo maggiore a rendere comprensibile il messaggio senza sminuirne il valore di una visione futura a cui tendere, fatta di responsabilizzazione degli utenti e di difesa dei diritti acquisiti (dovremmo ricordarcene quando sentiremo parlare di Net Neutrality).
Fonti:
- Perché ho scritto il nuovo Cluetrain Manifesto di D.Weinberger su Pagina99
- Il nuovo Cluetrain Manifesto